For faster navigation, this Iframe is preloading the Wikiwand page for Jōhatsu.

Jōhatsu

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

I jōhatsu spesso spariscono per sfuggire alla vergogna della società.

L'espressione jōhatsu (蒸発?, lett. "evaporazione") è utilizzata in Giappone per indicare le persone che scompaiono volontariamente, abbandonando la loro vita precedente per vivere nell'anonimato.[1] Questo fenomeno può essere osservato in tutto il mondo, come negli Stati Uniti, in Cina, in Corea del Sud, nel Regno Unito e in Germania.[1][2] Tuttavia, è più diffuso in Giappone a causa di determinati fattori culturali.[2]

È stato ipotizzato che la dura cultura del lavoro in Giappone, combinata con la mancanza di supporto familiare e comunitario, abbia contribuito alla diffusione dei jōhatsu a livello sociale.[2] Inoltre, nel contesto della cultura giapponese, licenziarsi da un'azienda è considerato vergognoso.[2] Di conseguenza, il suicidio, il lavoro fino alla morte (karoshi) e le sparizioni volontarie sono potenziali risultati. La scelta dei jōhatsu può anche risparmiare alla famiglia i costi elevati associati al suicidio, come debiti, spese di pulizia e tariffe di interruzione del servizio nel contesto dei suicidi sulle ferrovie.[2]

Pressioni sociali simili sono state teorizzate come fattori contribuenti alla diffusione del fenomeno degli hikikomori e a un tasso di suicidio relativamente elevato.[3]

Il termine jōhatsu ha cominciato ad essere utilizzato negli anni '60.[1] In quel periodo, veniva usato nel contesto delle persone che decidevano di fuggire da matrimoni infelici piuttosto che sopportare procedure di divorzio formali.[1] Il decennio perduto degli anni '90 portò presto a un aumento dei jōhatsu e dei suicidi, poiché molti salaryman persero il lavoro o accumularono debiti.[4]

Diffusione del fenomeno

[modifica | modifica wikitesto]

In Giappone, il tema dei jōhatsu è tabù nelle conversazioni normali, così come il tema del suicidio.[2] Si stima che 100 000 persone giapponesi scompaiano annualmente.[2] Tuttavia, la prevalenza di questo fenomeno potrebbe essere sottostimata nei numeri ufficiali.[2] Nel 2015, l'Agenzia nazionale di polizia del Giappone aveva registrato 82 000 persone scomparse, delle quali 80 000 sono state ritrovate entro la fine dell'anno.[2] A confronto, lo stesso anno, il Regno Unito ha ricevuto 300 000 chiamate di segnalazione, nonostante abbia circa la metà della popolazione del Giappone.[2] Inoltre, in Giappone non esiste un database delle persone scomparse.[3]

L'Associazione di supporto alla ricerca di persone scomparse del Giappone, un'organizzazione non-profit dedicata al sostegno delle famiglie dei jōhatsu, stima che centinaia di migliaia di persone scompaiano ogni anno.[2]

Le persone diventano jōhatsu per diverse ragioni, tra cui depressione, dipendenza, cattiva condotta sessuale e desiderio di isolamento.[2] Talvolta, viene utilizzato come mezzo per sfuggire alla violenza domestica, al debito da gioco d'azzardo, alle sette religiose, agli stalker, ai datori di lavoro e a situazioni familiari difficili.[2][3] Anche la vergogna per la perdita del lavoro, il divorzio e persino il fallimento di un esame possono motivare le persone a scomparire.[4][5]

In alcuni casi, diventare jōhatsu è un modo per ricominciare da capo.[2] Quando queste persone scompaiono, possono abbandonare le loro residenze precedenti, i lavori, le famiglie, i nomi e persino il loro aspetto.[2]

Le imprese che assistono i jōhatsu nella loro sparizione sono chiamate yonige-ya, che significa "negozi per la fuga notturna".[2] Tali stabilimenti sono relativamente accessibili e hanno i loro siti web.[2] Un tipico yonige-ya potrebbe addebitare dai ¥ 50 000 (450 $) ai ¥ 300 000 (2 600 $) per i suoi servizi, i quali dipendono da vari fattori.[2] Questi fattori includono: la quantità di beni, la distanza, se si tratta di un trasloco notturno, se sono inclusi bambini e se il cliente sta sfuggendo agli esattori.[2] Alcune persone scompaiono da sole senza l'aiuto di yonige-ya ed esistono anche guide pubblicate che possono aiutare le persone a diventare jōhatsu.[2]

Le agenzie investigative sono regolarmente utilizzate per trovare le persone scomparse.[2] Spesso, queste ultime vengono trovate a trascorrere del tempo nei locali di pachinko e in alberghi economici, e altre volte, possono essere scoperte dopo essersi già suicidate.[2] San'ya, una baraccopoli di Tokyo che in passato ospitava migliaia di lavoratori giornalieri, è segnalata come luogo di rifugio per i jōhatsu.[2] Kamagasaki a Osaka è un altro quartiere in cui è possibile vivere senza un documento di identità ed è quindi altrettanto favorito.[4] Queste comunità sono roccaforti della yakuza, poiché offrono lavori pagati in contanti.[3][4]

Nella maggior parte dei casi, specialmente in considerazione delle stringenti leggi sulla privacy del Giappone, i jōhatsu non possono essere rintracciati; gran parte dei casi giudiziari che li riguardano sono di natura civile, con dati personali non facilmente accessibili.[2][4] La polizia non interviene a meno che non avvenga un crimine o un incidente.[1]

  1. ^ a b c d e (EN) Bryan Lufkin, The companies that help people vanish, su BBC News, 3 settembre 2020. URL consultato il 28 febbraio 2024.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x (EN) Joseph Hincks, Japan's Missing People: On the Trail of the Johatsu, su TIME, 2 maggio 2017. URL consultato il 28 febbraio 2024.
  3. ^ a b c d (EN) JC Scull, The Johatsu: The Evaporated People of Japan, su Owlcation, 10 ottobre 2019. URL consultato il 28 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2019).
  4. ^ a b c d e (EN) Alina Simone, Japan's 'evaporated people' have become an obsession for this French couple, su The World from PRX, 25 aprile 2017. URL consultato il 28 febbraio 2024.
  5. ^ (EN) Léna Mauger, The Vanished: The "Evaporated People" of Japan in Stories and Photographs, Simon and Schuster, 20 settembre 2016, ISBN 978-1-5107-0828-0. URL consultato il 29 febbraio 2024.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
{{bottomLinkPreText}} {{bottomLinkText}}
Jōhatsu
Listen to this article

This browser is not supported by Wikiwand :(
Wikiwand requires a browser with modern capabilities in order to provide you with the best reading experience.
Please download and use one of the following browsers:

This article was just edited, click to reload
This article has been deleted on Wikipedia (Why?)

Back to homepage

Please click Add in the dialog above
Please click Allow in the top-left corner,
then click Install Now in the dialog
Please click Open in the download dialog,
then click Install
Please click the "Downloads" icon in the Safari toolbar, open the first download in the list,
then click Install
{{::$root.activation.text}}

Install Wikiwand

Install on Chrome Install on Firefox
Don't forget to rate us

Tell your friends about Wikiwand!

Gmail Facebook Twitter Link

Enjoying Wikiwand?

Tell your friends and spread the love:
Share on Gmail Share on Facebook Share on Twitter Share on Buffer

Our magic isn't perfect

You can help our automatic cover photo selection by reporting an unsuitable photo.

This photo is visually disturbing This photo is not a good choice

Thank you for helping!


Your input will affect cover photo selection, along with input from other users.

X

Get ready for Wikiwand 2.0 🎉! the new version arrives on September 1st! Don't want to wait?