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Umberto Nicosia

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Umberto Nicosia
NascitaRoma, 1915
MorteBalka Oskad, 7 dicembre 1941
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto82º Reggimento fanteria "Torino"
Anni di servizio1938 - 1942
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Umberto Nicosia (Roma, 1915 – Balka Oskad, 7 dicembre 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Nacque a Roma nel 1915, figlio di Ernesto e Velia Iacoli.[2] Arruolato nel Regio Esercito nel 1938, frequentò il Corso allievi ufficiali di complemento da cui uscì sottotenente dell'arma di fanteria ed assegnato all82º Reggimento fanteria della 52ª Divisione fanteria "Torino", alla fine dello stesso anno venne posto in congedo.[2] Ripresi gli studi interrotti presso l'Università di Roma, conseguì la laurea in giurisprudenza poco tempo dopo.[2] Con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, fu richiamato per mobilitazione generale presso l'82º Reggimento fanteria, ma non venne riconosciuto idoneo al servizio per un periodo di un anno.[2] Venuto a conoscenza, della prossima partenza del suo reggimento per l'Unione Sovietica al seguito del CSIR, otteneva di rientrare al reparto prima della scadenza del periodo di inidoneità concessogli assumendo il comando di un plotone mortai della compagnia reggimentale.[2] Cadde in combattimento a Balka Oskad il 7 dicembre 1941, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Rinunziava ad un periodo di inidoneità fisica per seguire il reggimento ed in numerose azioni era di esempio per valore. Nel corso di un lungo combattimento, in condizioni difficili di clima e benché ostacolato da tenace resistenza, alla testa del suo plotone mortai di assalto, si addentrava nel dispositivo nemico. Ferito una prima volta, ridotto con pochi uomini ed accerchiato, persisteva animosamente nella lotta. Liberato da un favorevole attacco di altri reparti, visto cadere un mitragliere, lo sostituiva all’arma perché vi fosse continuità di fuoco. Coi pochi superstiti, benché stremato di forze per sangue perduto e ferito una seconda volta, trovava l’energia per compiere un ulteriore balzo in avanti ed attaccare animosamente con lancio di bombe a mano. Giunto sull’obbiettivo, cadeva mortalmente colpito e, prima di spirare, esprimeva la sua fierezza di morire per la Patria con la visione del nemico in fuga. Balka Oskad (Fronte russo), 7 dicembre 1941.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 1 ottobre 1951.[4]
  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.758.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 12 novembre 1951, Esercito registro 41, foglio 145.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 758.

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