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Raimondo Manzini (giornalista)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Raimondo Manzini

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaI, II, III
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CollegioBologna
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC
Professionegiornalista

Raimondo Manzini (Lodi, 18 febbraio 1901Roma, 14 gennaio 1988) è stato un giornalista, politico e intellettuale italiano.

Compiuti gli studi a Milano, iniziò a militare nel movimento cattolico. La Compagnia di San Paolo lo chiamò a dirigere due periodici, «Il Carroccio» e «La Festa».

A partire dal 1927 diresse per 33 anni il quotidiano bolognese L'Avvenire d'Italia[1] di Bologna, dove divenne in breve tempo molto noto e stimato, anche per non avere mai piegato la testa alle imposizioni del fascismo. Durante l'occupazione tedesca il giornale si autosospese, per poi riprendere le pubblicazioni con la stessa testata e lo stesso direttore[2].

Mantenne la direzione dell'Avvenire anche quando fu eletto nel consiglio nazionale della Democrazia Cristiana (1945) e divenne membro dell'Assemblea Costituente (1946). Eletto deputato per le prime tre legislature (1948-1963), ricoprì il ruolo di Sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Scelba. Rinunciò, con grande sacrificio, alla carriera politica quando venne chiamato da papa Giovanni XXIII a dirigere L'Osservatore Romano[3], mantenendo l'incarico dal 1960 fino al 1978. Fu presidente dell'Associazione internazionale della stampa e dell'Unione cattolica stampa italiana[2].

Raimondo Manzini (a sinistra) con il senatore Raffaele Ottani

A venti anni dalla sua morte fu ricordato da un suo successore nella direzione del foglio vaticano l'Osservatore, Giovanni Maria Vian.[4]

Scriveva con enorme facilità in modo brillante e spiritoso. Nel 1947 sposò Maria Crocco, figlia dello scienziato Gaetano Arturo Crocco.

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Direttore dell'Osservatore Romano»
— 7 maggio 1963[5]
  • Il ferro e l'olivo, 1928
  • Dialoghi col mondo, 1941
  • Fedeli infedeli, 1978
  • Unità dei cattolici, 1982
  1. ^ Menozzi, Daniele, Stampa cattolica e regime fascista, in Storia e problemi contemporanei. MAG. AGO., 2003, Urbino (Pesaro Urbino) : [poi] Bologna : Edizioni Quattro Venti; CLUEB, 2003.
  2. ^ a b Ernesto Preziosi, Il tempo ritrovato. I cattolici in Italia negli ultimi cent'anni, EDB, Bologna, 1987.
  3. ^ In tale veste fu criticato dall'ambasciatore della Spagna franchista a Roma, a causa delle «blandengues consideraciones sobre su oposición a la pena de muerte, sobre el respeto a la vida humana», in occasione dell'esecuzione del dirigente comunista Julián Grimau: Muñoz Soro, Javier, Un confronto tra dittatura e democrazia : Alfredo Sánchez Bella, ambasciatore della Spagna franchista presso la Repubblica italiana (1962-1969), Mondo contemporaneo : rivista di storia : 3, 2013 (Milano : Franco Angeli, 2013).
  4. ^ Giovanni Maria Vian, "L'Osservatore Romano" e un grande direttore. Raimondo Manzini a 20 anni dalla morte, su vatican.va, 14-15 gennaio 2008.
  5. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  • Regione Emilia-Romagna (PDF) [collegamento interrotto], su regione.emilia-romagna.it.
  • Premio giornalistico, su dataprotection.it.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Direttore dell'Osservatore Romano Successore Giuseppe Dalla Torre 1960 - 1978 Valerio Volpini
Controllo di autoritàVIAF (EN64806287 · ISNI (EN0000 0001 0909 8452 · SBN CFIV013097 · BAV 495/84087 · LCCN (ENn79015072 · GND (DE118916467 · BNF (FRcb129300389 (data)
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Raimondo Manzini (giornalista)
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