For faster navigation, this Iframe is preloading the Wikiwand page for Isole Dahlak.

Isole Dahlak

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Isole Dahlak
ዳህላክ
Geografia fisica
LocalizzazioneMar Rosso
Coordinate15°50′N 40°12′E
Geografia politica
StatoBandiera dell'Eritrea Eritrea
RegioneRegione del Mar Rosso Settentrionale
Cartografia
Mappa di localizzazione: Eritrea
Isole Dahlak
Isole Dahlak
voci di isole presenti su Wikipedia
Arcipelago delle Dahlak

L'arcipelago delle isole Dahlak[1][2], o secondo altre fonti Dahlac[3][4][5], Dahalac[6] o Daalac[7] (in ge'ez: ዳህላክ, in arabo دهلك?, Dahlak), separato dalla terraferma dal Canale di Massaua, è formato da 126 isole madreporiche basse e sabbiose situate al largo della costa eritrea di fronte alla città portuale di Massaua, nel Mar Rosso meridionale.

L'arcipelago è formato da 126 tra isole e scogli, di cui 2 più grandi. Le principali isole di questo arcipelago sono Dahlak Chebir o Grande Dahlach (900 km²), la più popolata, Nora (135 km²) e poi, in ordine alfabetico, Dhuladhiya, Dissei, Dohol, Eruà, Haràt, Hermil, Sarato (o Isratu), Nocra (che fu sede di un penitenziario), Nahleg e Sciumma.

Attualmente sono in gran parte disabitate: solo su quattro isole c'è una popolazione permanente e su alcune altre una popolazione temporaneamente residente. Su alcune di esse si trovano antiche necropoli, oggetto di studi specialistici da parte degli epigrafisti, a causa dell'uso che vi si riscontra della primissima onomastica araba in età islamica.

La lingua dahlik, un tempo considerata dialetto del tigrino, è oggi riconosciuta come lingua a sé stante, anche se appartenente allo stesso gruppo delle lingue semitiche dell'Etiopia settentrionale.

Grazie all'ambiente incontaminato e all'abbondanza della fauna ittica sono state già da tempo dichiarate riserva naturale.

Le isole dell'arcipelago erano già conosciute ai tempi degli antichi Romani per la loro ricca produzione perlifera.

Gli abitanti di Dahlak furono tra i primi africani a convertirsi all'Islam nel VII secolo d.C. (come attestato da una vasta serie di pietre tombali in caratteri kufici, studiati in particolare dal prof. Giovanni Oman). Lo Stato islamico sorto in quel periodo nell'arcipelago fu poi annesso dallo Yemen; in seguito venne occupato, a periodi alterni, dall'Etiopia. Nel 1559 le isole furono conquistate dai Turchi e incorporate nella provincia ottomana di Habesh.

Alla fine del XIX secolo l'arcipelago, parte dell'Eritrea, divenne un protettorato coloniale italiano (1890). Sull'isola di Nocra fu istituito un campo di prigionia in cui venivano confinati i patrioti eritrei. Nel 1894 Crispi ipotizzò anche l'invio di coatti politici italiani, ma l'idea venne abbandonata dopo la relazione degli ispettori inviati sul posto, cui le isole apparvero inadatte a prigionieri europei[8].

Quando l'Etiopia, sotto la giunta del Derg (1975-1987), si alleò con l'Unione Sovietica durante la guerra fredda, nell'arcipelago venne posta una base navale sovietica.

Nel 1990 l'Etiopia perse il controllo dell'arcipelago e della costa settentrionale eritrea, che passò ai ribelli dell'EPLF (il movimento per l'indipendenza eritrea). In seguito al riconoscimento internazionale dell'indipendenza nel 1993, l'arcipelago delle Dahlak divenne parte integrante dello stato eritreo.

  1. ^ Treccani, Dizionario di Storia online. Cfr. anche all'etiopista Carlo Conti Rossini, Storia d'Etiopia, Milano, 1928, Vol. Il, che fa riferimento all'originario termine degli Arabi musulmani che colonizzarono l'area nel I secolo della loro storia (VII secolo d.C.).
  2. ^ Dahlak, Isole in "Dizionario di Storia", su treccani.it. URL consultato il 13 marzo 2022.
  3. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Dahlac", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  4. ^ Cfr. il lemma "Dahlac" sulla Nuova enciclopedia universale Rizzoli Larousse, vol. VI, p. 263.
  5. ^ Touring Club Italiano Archivio Fotografico e Mario Lombardo, Le colonie e l'impero dall'archivio fotografico TCI, Touring Editore, 2004, ISBN 978-88-365-3071-7. URL consultato il 13 marzo 2022.
  6. ^ Dizionario d'ortografia e di pronunzia, su dizionario.rai.it. URL consultato il 13 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  7. ^ "daalac" - Cerca con Google, su google.it. URL consultato il 13 marzo 2022.
  8. ^ Masini, p. 59.
  • Lemma «DAHLAK Islands» (S.H. Longrigg), su: The Encyclopaedia of Islam.
  • Gianni Roghi Francesco Baschieri, Dahlak, Garzanti editore Milano, 1954
  • Folco Quilici, Sesto Continente, Gherardo Casini editore, Roma, 1954
  • Vincenzo Meleca, Ritorno a Dahlak Kebir, Greco e Greco editore, 2001
  • Vincenzo Meleca, Storie di uomini, di navi e di guerra nel Mar delle Dahlak, Greco e Greco editore, 2012
  • Montesanto De Marchi Traverso, Isole Dahlak un arcipelago del Mar Rosso eritreo, Erga editore, 2013
  • Vincenzo Meleca, Arcipelago Dahlak, Greco e Greco editore, 2016
  • Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano, Rizzoli, 1981.
  • Gianni Roghi, Dahlak,Garzanti, 1954
  • Vincenzo Meleca, Ritorno a Dahlak Kebir, Greco&Greco Editori, 2001
  • Vincenzo Meleca, Storie di uomini, di navi e di guerra nel Mar delle Dahlak, Greco&Greco Editori, 2012
  • Vincenzo Meleca, Arcipelago Dahlak, Greco&Greco Editori, 2016

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN237487270
{{bottomLinkPreText}} {{bottomLinkText}}
Isole Dahlak
Listen to this article

This browser is not supported by Wikiwand :(
Wikiwand requires a browser with modern capabilities in order to provide you with the best reading experience.
Please download and use one of the following browsers:

This article was just edited, click to reload
This article has been deleted on Wikipedia (Why?)

Back to homepage

Please click Add in the dialog above
Please click Allow in the top-left corner,
then click Install Now in the dialog
Please click Open in the download dialog,
then click Install
Please click the "Downloads" icon in the Safari toolbar, open the first download in the list,
then click Install
{{::$root.activation.text}}

Install Wikiwand

Install on Chrome Install on Firefox
Don't forget to rate us

Tell your friends about Wikiwand!

Gmail Facebook Twitter Link

Enjoying Wikiwand?

Tell your friends and spread the love:
Share on Gmail Share on Facebook Share on Twitter Share on Buffer

Our magic isn't perfect

You can help our automatic cover photo selection by reporting an unsuitable photo.

This photo is visually disturbing This photo is not a good choice

Thank you for helping!


Your input will affect cover photo selection, along with input from other users.

X

Get ready for Wikiwand 2.0 🎉! the new version arrives on September 1st! Don't want to wait?