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Giacomo Antonio Ponsonelli

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Busto di Diana (Museo del Louvre )

Giacomo Antonio Ponsonelli, (citato anche come Giacomo Antonio Ponzanelli o Jacopo Antonio Ponzanelli) (Carrara, 1654[1]Genova, 1º novembre 1735), è stato uno scultore italiano del tardo periodo Barocco.

Nella città natale iniziò a lavorare con il padre, Giovanni Ponsonelli, scultore e decoratore, eseguendo i primi lavori in Liguria, a Finale Ligure e Savona. Nel 1680 sposò la figlia dello scultore Filippo Parodi, trasferendosi a Genova ed iniziando con il suocero una lunga collaborazione artistica. Specializzatosi principalmente nel campo nella ritrattistica, accompagnò il Parodi a Venezia e Padova, città nelle quali i due eseguirono molti lavori tra il 1685 e il 1697. In questo periodo la sua opera fu fortemente influenzata dallo stile del Parodi, e la sua stretta collaborazione con lui rende difficile individuare con certezza i contributi del Ponsonelli alle numerose opere realizzate in questo periodo. Dopo la morte del Parodi, nel 1702 gli subentrò nella conduzione dello studio che divenne molto prolifico di opere d'arte, alcune delle quali furono inviate anche a committenti in Spagna (Cadice e Valencia) e Portogallo. Per il palazzo di Vienna di Giovanni Adamo, principe del Liechtenstein scolpì una serie di figure mitologiche.

Quasi ottuagenario eseguì a Genova l'altare in marmo per la chiesa di Santa Maria delle Vigne, lavoro non del tutto ultimato alla sua morte (1735) e completato poi dal suo allievo Pasquale Bocciardo.

S. Tommaso da Villanova (1692-93), Valencia

Questo è un elenco, non esaustivo, della sua vasta produzione.

  1. ^ a b PONZANELLI, Giacomo Antonio, di Fausta Franchini Guelfi - Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 84 (2015)
  2. ^ Busto di Marcantonio Grillo su http://artlover.me Archiviato il 2 gennaio 2014 in Internet Archive..
  3. ^ Statua dell'Immacolata Concezione
  4. ^ F. Franchini Guelfi, Il Settecento. Theatrum sacrum e magnifico apparato, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1988, pp. 215-254, 279 s.

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Giacomo Antonio Ponsonelli
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