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Emo-pop

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Emo-pop
Origini stilisticheEmo
Pop
Pop punk
Origini culturaliIl genere nasce nei primi anni 2000 negli Stati Uniti, come variante più semplice e commerciale delle prime forme di emo.
Strumenti tipicivoce, chitarra, basso, batteria, tastiera
PopolaritàOttenendo una rilevante popolarità negli Stati Uniti, in particolare Florida e Midwest, nei primi anni 2000, è divenuto poi un fenomeno dilagante in tutto il mondo a partire dalla seconda metà degli anni 2000.
Generi derivati
Emo rap
Generi correlati
Screamo - Punk revival - Indie rock - Indie pop - Pop rock - Power pop

L'emo-pop è un sottogenere dell'emo dalle caratteristiche particolarmente commerciali, sviluppato nei primi anni 2000 negli Stati Uniti[1].

Nei primi anni 2000, quando l'emo cominciò a diventare uno stile maggiormente commerciale, molti artisti mutarono il loro sound, che nel primo periodo era caratterizzato da strutture non convenzionali, artistiche e sperimentali[1]. Mentre vennero mantenute le tematiche profonde e quasi spirituali, gruppi come Jimmy Eat World si orientarono su influenze più pop, spesso semplificando la loro formula con brani più essenziali e ritornelli orecchiabili[1]. Questo nuovo stile cominciò ad attirare un pubblico adolescenziale, grazie al sound che mescolava l'angoscia giovanile con produzioni di buona qualità e intenti chiaramente commerciali[1]. Furono i Jimmy Eat World a dare ufficialmente inizio al movimento emo-pop nel 2001 con il disco Bleed American, dal quale venne estratto il singolo The Middle che ottenne la 5ª posizione nelle classifiche statunitensi[1]. Gli Weezer contribuirono ulteriormente all'emersione dell'emo-pop, tralasciando le tematiche oscure trattate nel loro secondo album Pinkerton (1996) a favore di un sound più commerciale e vivace nel successivo Weezer (2001)[1]. Mentre band come i My Chemical Romance mantennero un'impronta dark/neo-gotica, l'emo-pop era decisamente più vivace e allegro, ed ottenne un successo commerciale più elevato del primo emo (emotional hardcore) e di altre sue varianti come lo screamo[1]. L'emo-pop presto si affermò come un genere basato su sonorità fortemente melodiche, chitarre ritmiche, riff semplici, e temi riguardanti l'adolescenza, i rapporti, e le delusioni d'amore[1]. Quando il nuovo genere cominciò a dominare la scena musicale, etichette discografiche dedicate al punk rock come la Fueled by Ramen divennero tra le label di riferimento per il movimento emo-pop, pubblicando vari dischi di artisti come Fall Out Boy, Panic at the Disco e Paramore, tra cui molti che otterranno il platino[1]. L'emo-pop è un fenomeno chiaramente statunitense, sviluppatosi particolarmente in Florida (nel quale hanno sede sia l'etichetta Fueled by Ramen che il gruppo Dashboard Confessional) e nel Midwest statunitense[1]. Il nativo dell'Illinois Pete Wentz, bassista dei Fall Out Boy, rafforzò la scena nella sua regione, fondando la sua etichetta discografica, la Decaydance Records, in supporto ai nuovi gruppi emergenti[1].

In Italia gli anni 2000 hanno visto l'emergere di gruppi affiliati al pop punk e che attingevano a suoni più pop come dARI, Lost, Finley, Sonohra e Vanilla Sky[2], che hanno fatto entrare il genere nel mainstream e favorito il diffondersi dell'emo anche come sottocultura.

Nel decennio successivo il genere ha visto un declino, per poi tornare nel mainstream contaminandosi con emo rap e trap negli anni 2020[3][4].

Per quanto riguarda la musica italiana, la rivista online Rolling Stone Italia[5] e il sito Rockol[6] negli anni 2020 hanno avvicinato la cantautrice indie Ariete al genere emo-pop.

  1. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Emo-pop [collegamento interrotto], su allmusic.com, allmusic.com. URL consultato il 4-06-2009.
  2. ^ Elia Alovisi, Cos'è stato il falso emo italiano, su vice.com, 27 settembre 2017. URL consultato il 7 luglio 2022.
  3. ^ Condé Nast, Il ritorno della musica emo: la sottocultura degli anni ’90 è di tendenza, su Wired Italia, 15 luglio 2021. URL consultato il 28 novembre 2021.
  4. ^ Simone Stefanini, La Sad: l'emo è tornato, ma è più fake che mai, su Rockit.it, 3 agosto 2021. URL consultato il 5 gennaio 2022.
  5. ^ Ariete al forum, è tutta una questione di empatia, su rollingstone.it. URL consultato il 4 dicembre 2023.
  6. ^ Nella cameretta di Ariete: ecco l'EP d'esordio, su rockol.it. URL consultato il 4 dicembre 2023.

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