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Cratone dello Zimbabwe

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La posizione del cratone dello Zimbabwe in una mappa dell'Africa meridionale.

Il cratone dello Zimbabwe è un'area dell'Africa meridionale costituita da antica crosta continentale, essa è infatti parte di quello che resta dell'antico continente della Gondwana occidentale, con rocce la cui formazione è databile fino al primo Archeano, quindi fino a 3,46 miliardi di anni fa.[1] Le rocce che costituiscono il cratone dello Zimbabwe, così chiamato poiché la maggior parte di esso è situato appunto nel territorio dello Zimbabwe, sono separate da quelle del cratone del Kaapvaal, a sud-est, dalla cintura del Limpopo, una cintura di rocce con metamorfismo di alto grado larga 250 km formata in particolar modo da tettoniti della facies granulitica. La cintura del Limpopo si è formata contemporaneamente ai cratoni dello Zimbabwe e del Kaapvaal ma, al contrario di questi, è rimasta geologicamente attiva per molto più tempo, fu infatti solo nel tardo Archeano, tra i 2,8 e i 2,5 miliardi di anni fa che i due cratoni si stabilizzarono e il metamorfismo di alto grado nella cintura del Limpopo venne a cessare.[2]

Il cratone dello Zimbabwe si è formato dalla sutura di due blocchi più piccoli, il blocco (o segmento) di Tokwe, a sud, e il più piccolo blocco di Rhodesdale, a nord. Le rocce di entrambi questi segmenti risalgono fino a 3,46 miliardi di anni fa[1], il blocco di Tokwe si è probabilmente stabilizzato circa 3,3 miliardi di anni fa ed esistono prove che fanno ritenere che anche il blocco di Rhodesdale si sia stabilizzato in quel periodo.[3][4]

L'omogeneità temporale and l'estensione del blocco di Tokwe sono considerate essere prove evidenti a supporto dell'ipotesi che vuole un'origine principalmente intra-cratonica delle tardo-archeane cinture di rocce verdi dello Zimbabwe confutando quindi la presenza di un arco di accrezione all'origine del cratone.[4]

  1. ^ a b Wilson, J. F., Nesbitt, R. W. e Fanning, C. M., Zircon geochronology of Archaean felsic sequences in the Zimbabwe Craton: a revision of greenstone stratigraphy and a model for crustal growth, in Coward, M. P. e Ries, A. C. (a cura di), Early Precambrian processes, Geological Society Special Publications, issue 95, Geological Society of London, 1995, pp. 109–126, ISBN 978-1-897799-36-9.
  2. ^ Jelsma, H. A. and Dirks, P. H. G. M., Neoarchean Tectonic Evolution of the Zimbabwe Craton, in Fowler, C. M. R., Ebinger, C. L. e Hawkesworth, C. J. (a cura di), The Early Earth: Physical, Chemical and Biological Development, Geological Society Special Publications, issue 199, Geological Society of London, 2002, pp. 183–211, ISBN 978-1-86239-109-3.
  3. ^ Dirks, P. H. G. M. e Jesma, H. A., Crust–mantle decoupling and the growth of the Archaean Zimbabwe Craton, in Journal of African Earth Sciences, vol. 34, 2002, pp. 157–166, DOI:10.1016/s0899-5362(02)00015-5.
  4. ^ a b Blenkinsop, T. G., Martin, A., Jelsma, H. A. e Vinyu, M. L., The Zimbabwe Craton, in de Wit, M. J. e Ashwal, L. D. (a cura di), Greenstone Belts, Clarendon Press, 1997, pp. 567–580, ISBN 978-0-19-854056-4.
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Cratone dello Zimbabwe
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