Area archeologica Rassica
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Area archeologica Rassica | |
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Località Rassica di Castel Goffredo | |
Epoca | Media età del bronzo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Castel Goffredo |
Dimensioni | |
Superficie | 11 000 m² |
Scavi | |
Data scoperta | 1890-1891 |
Archeologo | Luigi Ruzzenenti |
Amministrazione | |
Visitabile | no |
Mappa di localizzazione | |
L'area archeologica Rassica, così chiamata dalla presenza in loco di una segheria,[1] è un'area archeologica situata in località Rassica di Castel Goffredo, in provincia di Mantova. Già da alcuni anni la zona è sottoposta al vincolo di tutela in base alla legge 1089/39, come "interesse archeologico particolarmente importante".[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'insediamento, della media età del bronzo, posto su un dosso occupato da una terramara[3] sulla riva sinistra del torrente Tartaro, a sud del centro abitato di Castel Goffredo, venne scavato a fine Ottocento da don Luigi Ruzzenenti, appassionato archeologo.
Durante gli scavi vennero alla luce tracce di buchi da palo in una fossa a due metri dal piano campagna, con andamento est-ovest,[4] il che fa supporre la presenza di capanne su palafitte.[5] Nell'area è presente anche un fontanile, utilizzato al tempo dagli abitanti come risorsa alimentare. Furono inoltre rinvenuti una notevole quantità di frammenti in ceramica, oggetti in bronzo (aghi e spilloni), di osso e di corno. Numerosi oggetti in pietra lavorata, tra cui un pugnale di silice e una cuspide di freccia ed oggetti in terracotta, tra i quali un vaso e due tazze con manico.[6] Della scoperta venne informato l'illustre archeologo Luigi Pigorini,[7] col quale Ruzzenenti intratteneva fitta corrispondenza.
L'importanza della scoperta della terramara venne ufficializzata nel maggio 1892 quando il paletnologo Pompeo Castelfranco (1843-1921), ispettore degli scavi e dei monumenti di antichità di Milano, fece visita al sito e raccolse preziose informazioni riguardanti il periodo storico.[8] Particolare menzione venne data dal prof. Castelfranco sul ritrovamento dello scheletro di un bue, ricomposto nel museo di Milano e ucciso secondo un rito dei terramaricoli.[9]
Molto materiale venne inviato al Museo Luigi Pigorini di Roma e al Civico museo archeologico di Milano.[10]
L'area archeologica è stata oggetto di indagine da parte della Soprintendenza archeologica della Lombardia nella prima metà degli anni Novanta.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Museo e territorio, p. 11.
- ^ Il Piano di Governo del Territorio. Comune di Castel Goffredo, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 31 marzo 2020.
- ^ Gualtierotti, p. 42.
- ^ Museo e territorio, p. 38.
- ^ Museo e territorio, p. 14.
- ^ Museo e territorio, pp. 25-26.
- ^ Gualtierotti, p. 43.
- ^ Gualtierotti, p. 51.
- ^ Bonfiglio, p. 29.
- ^ Museo e territorio, p. 29.
- ^ Gualtierotti, pp. 54-55.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN 88-7495-163-9.
- Piero Gualtierotti, Castel Goffredo dalle origini ai Gonzaga, Mantova, 2008, ISBN non esistente..
- Museo Civico Remedello (a cura di), Museo e territorio. La bassa orientale, Asola, 1985. ISBN non esistente.
- Pierino Pelati, Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica, Asola, 1996..1
- Giovanni Telò, Massimo Telò, San Michele & dintorni, Fotografie di Massimo Telò, Mantova, 1992. ISBN non esistente.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Il Piano di Governo del Territorio. Comune di Castel Goffredo, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 31 marzo 2020.
- Repertorio dei siti archeologici (PDF), su provincia.mantova.it. URL consultato il 1º aprile 2020.
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